\paperw4290 \margr0\margl0 \plain \qj \f1 I NUOVI PROGETTI\par
Nell'aprile 1508, Michelangelo veniva richiamato a Roma da \b \cf4 \ATXht405 Giulio II\b0 \cf0 \ATXht0 ,
ma non potΘ nemmeno allora metter mano alla tomba pontificia. Giulio II infatti lo attendeva per assegnargli un nuovo incarico: dipingere dodici figure di apostoli e qualche ornamento sulla volta della Cappella Sistina. Il Buonarroti, che sempre si era
professato scultore, avrebbe dovuto apprendere ora l'arte dell'affresco.\par
Sembra che il Papa fosse stato consigliato in proposito dal Bramante e da altri artisti operanti alla sua corte, che non vedevano di buon occhio la presenza di Michelangelo: "E
tale ufficio facevano con malizia, per ritrarre il papa da cose di scultura; e perciocchΦ tenevano per cosa certa che o non accettando egli tale impresa, commoverebbe contra di sΦ il papa, o accettandola riuscirebbe assai minore di \b \cf4 \ATXht427 Raf
faello\b0 \cf0 \ATXht0 da Urbino, al qual per odio di Michelangelo, prestavano ogni favore".\par
Michelangelo in un primo tempo tent≥ invano, di sottrarsi all'incarico voluto per lui da Giulio II. Poi, nella realizzazione dell'opera, quella misteriosa
congenialitα che in definitiva esisteva fra l'artista e il Papa, diede i suoi frutti. Giulio II si lasci≥ trascinare dalla furia creatrice di Michelangelo, ed entrambi si entusiasmarono in progetti sempre pi∙ ampi. Michelangelo ottenne dunque carta bianc
a: entro il 31 ottobre del 1512 avrebbe dipinto pi∙ di 300 figure sulla volta della Cappella Sistina.